«Possedere gli Spiriti è lo splendore della vita. Perdere gli Spiriti è l'annientamento»
Il termine shén (神) identifica un concetto estremamente ampio che spazia dalla religione alla medicina tradizionale cinese. Pur venendo tradotto generalmente come divinità o spirito, soprattutto in ambito medico le sfaccettature di questo concetto sono molteplici.
Il carattere di shén è composto da una parte fonetica shēn (甲, spiegare) e dal radicale shì (示, mostrare, indicare), in cui le due linee orizzontali rappresentano il cielo e le tre verticali ciò che ne discende. Ne deriva quindi che una interpretazione più precisa del termine indichi la concettualizzazione di un'emanazione divina.[2]
Lo shén è lo spirito divino che scende sull'uomo e nell'uomo, fino a farne parte. Non a caso, la sua dimora d'elezione è il cuore (心, xīn), identificato nella medicina cinese con l'Imperatore, il collegamento principale tra Terra, Cielo e supremo comandante di tutte le funzioni fisiche ed intellettive del corpo[3]. Dal cuore le sue emanazioni governano gli altri quattro organi zang: polmoni, fegato, milza e reni.
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